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Gay & Bisex

Idraulico tuttofare


di sloppy62
04.09.2024    |    403    |    1 9.4
"Dalla punta del cazzo scendeva ancora un filo di sborra, che lentamente stava precipitando a terra..."

Tempo fa ho avuto necessità di un intervento di idraulico per sistemare alcune cose in bagno, ma non volevo spendere troppo e così chiesi a Gianni, un mio amico, se conosceva qualche idraulico, o comunque qualcuno che faceva riparazioni simili.
Questo mio amico che vedevo ogni tanto, mi diede il numero di cellulare di un certo Mimmo. Lo chiamai e dall’accento capii subito che era siciliano.
Mi piacciono i siciliani: sono passionali e caldi, oltre che grandi amanti a letto.
Gli spiegai il mio problema ed, alla fine, si offrì di venire a vedere cosa avrebbe dovuto fare e quanto mi sarebbe costato.
Gli proposi allora di venire un pomeriggio e così concordammo il giorno.
Io mi organizzai per riceverlo e pensai che, poiché la “dritta” mi era arrivata da Gianni, che ogni tanto vedevo per condividere momenti di "allegra spensieratezza", immaginai che la persona che mi aveva indicato potesse essere bisex, se non addirittura gay.
Comunque Mimmo arrivò puntuale alle 14.30 e quando sentii suonare il citofono, gli aprii.
Era un uomo massiccio, robusto, altezza media, sulla quarantina, ma più vicino ai cinquanta.
Capelli "sale e pepe" corti, occhi azzurri e naso importante. Indossava maglietta a maniche corte, che contenevano a malapena due pronunciati bicipiti, bermuda e scarpe da ginnastica. Aveva un po’ di pancia, carnagione olivastra, peloso, cosce muscolose e grossi polpacci, nessun tatuaggio sulle braccia o sulle cosce; grandi mani con un po’ di peluria sui dorsi e sulle grosse dita. Uno della serie: “ fai quello che ti dico e non ti faccio male”.
Mi stavo domandando se non era il caso di lasciare perdere e cercare un normale idraulico, ma poi pensai che se me lo aveva consigliato Gianni, doveva essere bravo.
“Ciao!” mi porse la mano sudata e me la strinse, in modo sopportabile. Sorriso reciproco.
“Vieni, seguimi” gli dissi. Lo condussi nella camera del bagno. Entrato, lui lasciò cadere a terra la pesante borsa carica di attrezzi vari.
Guardò bene cosa avrebbe dovuto fare. Si chinò a guardare la tubatura del water e la saracinesca, così osservai quello che non avevo visto prima.
Sicuramente non era bello, ma vedendolo meglio di spalle, notai che era era assai muscoloso e peloso anche lì. Rannicchiatosi, per vedere i sanitari, i bermuda si erano abbassati lasciando intravedere il solco delle natiche pelose ed il fondo schiena.
Lui fece due conti e mi disse: “ 100 € e faccio tutto, costo del materiale a parte, in due ore”.
“Va bene e quando potresti venire a farlo?
Mi fissò e mi disse: ”Anche oggi. Oggi ho tempo!”
Poi aggiunse: “Posso usare il bagno?”.
“Certo!”.
Mi feci in disparte. Lui si calò i bermuda ed io uscii, perchè non voleva solo pisciare, quindi chiusi la porta e mi allontanai. Dopo qualche minuto, udii che mi chiamava, chiedendomi della carta igienica. Gliela portai, scusandomi che non c’era e aprii la porta del bagno per lasciargli il rotolo sul piano del lavandino, ma lui era davanti a me in piedi, mezzo nudo, con i bermuda calati sino alle caviglie. Rimasi senza parole, perchè mi era caduto l’occhio sul suo uccello scuro e gocciolante. Lui prese il rotolo e ringraziò.
Avevo richiuso la porta, scusandomi ancora, ma sicuramente aveva visto che l’avevo osservato proprio lì…
Poco dopo riaprì la porta e mi disse: “Ogni tanto vado dal sig. Gianni e gli faccio dei “lavoretti” e lui mi dà qualcosa così arrotondo”.
“Sì, me l’ha detto!”
Mi sorrise e mi incalzò: “Allora vado a prendere il materiale e torno, va bene?”
“Si sì, va bene allora ti aspetto”.
Lasciò la borsa da lavoro e mentre si allontanava non potei fare a meno di pensare a quello che avevo visto: un cazzo grosso, moscio, mezzo scappellato, forse circonciso, con palle grosse e pelose.
Se Gianni gli faceva fare dei lavoretti, immaginai quali potessero essere…Lui era versatile, ma Mimmo mi sembrava tutto, tranne che passivo.
Dopo tre quarti d’ora circa, suonò nuovamente il citofono: era Mimmo.
Guardai attraverso lo spioncino, il suo arrivo. Reggeva due sacchetti colmi di materiale vario.
Gli aprii e lui entrò.
Era sudato e faceva parecchio caldo.
Entrò in bagno e cominciò a lavorare. Ogni tanto lo raggiungevo per vedere cosa stava facendo, ma aveva comunque l’aria di sapere il fatto suo e di non essere uno che sbarcava il lunario arrangiandosi a fare vari lavori.
“Ma da quanto tempo fai l’idraulico?"
“Da sempre. Mio padre aveva una impresa che faceva case e lì ho imparato a fare tutto!”.
“Muratore, idraulico, imbianchino…Quando hai bisogno di qualcosa chiamami che ci penso io!..."! mi disse sorridendo.
“Vuoi una birra? E’ bella fredda!”
“Grazie, ne avrei bisogno!”
“Ma tu di dove sei?”
“Catania”
“Ah, bella!”
“Ci sei stato?"
"Sì qualche volta!"
" Io ci torno in estate e vado a trovare la famigghia!".
Andai verso il frigorifero, aprii il portellone e presi una bottiglietta di birra, per portargliela.
Mi girai e lui mi aveva raggiunto in cucina.
“Faccio un attimo di riposo e bevo!”
Stappai la bottiglietta e gliela porsi.
“Tu, non bevi con me?” mi chiese Mimmo.
“Ma sì, ti faccio compagnia!” Presi anche io una birra e la stappai.
“Sediamoci un attimo!” gli dissi.
“Grazie! Sei gentile!”
Ci sedemmo sul divano.
Facemmo un brindisi con le bottigliette e bevemmo entrambi a canna.
“Toglimi una curiosità…! Ma tu, sei come Gianni?”. Mi fissò e lo sguardo, insieme alla domanda, mi fece trasalire al punto che avendo preso con troppo entusiasmo la bottiglietta ed avendo trangugiato una gran sorsata di birra, non riuscii a trattenerla in bocca e fuoriuscì, persino dalle narici, schizzandomi anche la maglietta.
Risi per il mezzo disastro combinato. Avevo birra da tutte le parti, faccia e collo e persino sul divanetto.
Lui pure rise. Ero stato colto impreparato da quella domanda e mi sentii con le spalle al muro. Ragionai rapidamente, mentre cercavo di asciugarmi, e pensai che se gli avessi detto di no, sarebbe stata la cosa migliore e che tutti gli equivoci sarebbero stati risolti; ma se gli avessi detto sì, avrei “aperto un fronte” che non sarei più stato in grado di “chiudere”.
Del resto più il mio silenzio fosse durato e più sarebbe stato una risposta inequivocabile.
Trovai più saggio rispondere con due domande.
“Ma perché mi chiedi questo? Gianni ti ha detto qualcosa di me?”
“No no!”
Quella risposta significava che Gianni gli aveva detto qualcosa ed allora, visto che poco prima gli avevo guardato il cazzo pendulo e che Mimmo non era uno stupido, gli dissi: “Ogni tanto vado da lui a bere qualcosa, niente di che…!”
"Ah, capito!"
Ero eccitato, ma non volevo farlo vedere in modo così evidente, anche perché non avevo mai fatto sesso con operai, idraulici etc. Questo non era un incontro post-chat. Era una cosa nuova per me e, per tale motivo, era ancora più accattivante.
Lui finì di bere la birra e mi fissò, con un lieve sorriso, facendomi l’occhiolino. Poi si alzò, ma prima mi appoggiò la sua grande mano sulla coscia destra, indugiando qualche secondo.
La sentii calda e dominante.
“Beh io riprendo a lavorare!”
Lui tornò ai suoi attrezzi, il caldo era sempre insopportabile, ma almeno la birra ci aveva dato un minimo di sollievo, rinfrescandoci.
Ogni tanto andavo in bagno, per osservarlo al lavoro, mentre armeggiava con le tubature ed il pappagallo.
Ogni tanto anche lui mi lanciava un’occhiata.
Finalmente dopo quasi un’ora di duro lavoro, Mimmo finì.
Si deterse la fronte con la mano. Era sudatissimo, come dimostrava la maglietta : “Questi tubi erano qui da anni, adesso sono nuovi e la saracinesca funziona bene!”
Provai a far scrosciare l’acqua nel water e tutto funzionava perfettamente.
“Ottimo lavoro! Bravo Mimmo!” Lui sorrise e mi disse: “ E’ stato un lavoro lungo, ma ci voleva!”
Raccolse i suoi attrezzi e li mise nella borsa, poi prese la scopa appoggiata alla parete, per pulire il pavimento dai calcinacci, tubi rotti etc.
Spazzò per terra, ma gli dissi, che ci avrei pensato io dopo.
Uscì dal bagno ed io lo seguii. Lui appoggiò la borsa e poi mi disse :” Posso usare ancora il bagno?”
“Prego, ora funziona tutto, l’hai aggiustato tu…!”.
Lui non chiuse la porta, stavolta, ed io, ero ad un “bivio”.
Guardai l’orologio.
Ci aveva messo un’ora per fare le riparazioni, ma visto che aveva risolto tutto in un solo giorno, pensai che fosse giusto pagarlo di più, quindi presi più contanti di quelli che mi aveva chiesto.
Pensando che avesse finito di usare il bagno, spinsi la porta, ma…non aveva finito.
Ormai ero entrato e lui era in piedi a scrollarsi l’uccello.
“Ecco quello che ti devo…!”.
Lui si voltò e sempre tenendosi l’uccello in mano, scappellandoselo, mi fissò e mi disse di appoggiare i soldi sul piano del lavandino.
“So cosa fa Gianni con te! Il mio lavoro richiede sempre fiducia e discrezione ed io anche se so le cose, mi faccio i fatti miei! Conviene a te, conviene a me e conviene a tutti!”.
Mentre parlava non aveva smesso di toccarsi lascivamente il cazzo.
Riprese: “Quindi se questa minchia ti piace…!”
Mi avvicinai a lui e un sano sano odore di cazzo, mi giunse alle narici.
Ce l’aveva grosso, la cappella era paonazza. Mi inginocchiai davanti a lui e non capiì, più nulla. Era tutto il pomeriggio che immaginavo di fare le peggiori zozzerie con lui, dopo avergli visto il cazzo, la prima volta, e lui, forse intuendolo, aveva alimentato le fiamme della mia lussuria.
“Ti ci voleva tanto?” mi disse.
“Suca ‘sta minchia, jarrusu!”
Conoscevo un po’ di siciliano e lo feci subito: gli presi in mano il cazzo ed annusai l’odore di piscio. Gli tirai bene indietro il prepuzio ed iniziai a slappargli con gusto la cappella nuda e gliela presi tutta in bocca. Era circonciso, ma solo in parte e ciò rendeva il suo cazzo ancora più arrapante.
“Sei bravo a sucare la minchia! Fammi vedere come hai il culo! Levati tutto!”.
Sempre stando in ginocchio, mi levai la maglietta e mi abbassai i jeans. Smisi di succhiargli l'uccello e mi tolsi le scarpe. Poi mi sfilai i jeans e li buttai sul piatto doccia, abbassai gli slip e rimasi totalmente nudo.
Lui si sedette sul water ed io gli diedi le spalle. Mi allargai le chiappe con le mani, mettendo in mostra il mio buco affamato.
Rimasi così con le chiappe allargate davanti alla sua faccia.
“Minchia che buco.....!”.
Quando infilò il naso tra le mie chiappe, leccando l’areola dell’ano per qualche secondo, affondando dentro, infine, la lingua, rimasi senza parole.
“Bene, adesso vediamo cosa fai…!”.
Mimmo si alzò. Mi spinse verso il basso e mi fece mettere a quattro zampe, proprio davanti a lui.
Era alle mie spalle, non vidi nulla, ma intuii che si stava levando maglietta e bermuda.
Mi prese la testa con una mano e mi fece strusciare le guance e il naso, contro il pavimento.
“Metti un preservativo!” gli dissi , intuendo quello che voleva fare.
“Non ne ho, ma comunque sono sanissimo!”.
E chi poteva opporsi, ormai!...
“Farai tutto quello che dico , vero?”.
Con la testa bloccata dalla sua mano a terra, lo guardai annuendo.
“Bene! Fammelo diventare duro con la bocca e le mani! Voglio sentire la lingua sul cazzo, bella larga, e bagnamelo bene con la saliva!”.
Mimmo mi sovrastava. Io ero in ginocchio e anche se avevo le braccia libere, pensai che non era una buona idea tentare di resistergli, anche perché si stava ingrifando sempre di più. Ad ogni leccata l'uccello, si induriva sempre di più.
Allora lo presi la sua nerchia tra le mani e me la strusciai sopra le guance.
Mimmo si afferrò con la mano il cazzo, scappellandolo completamente ed io pensai di fargli cosa gradita, se gli avessi leccato le grosse palle sudate. Ma lui mi fermo’ la testa con la mano e mi disse di aprire il più possibile la bocca. Spinse la cappellona dentro la mia bocca e la lasciò dentro per un po’. “ Allarga di più la bocca!”.
Presi bene la cappella in bocca e lui spinse dentro l’uccello a fondo, nella mia gola, fino a che tossii e sbavai.
Mimmo mi diede tregua e mi sorrise. “Adesso leccami il buco del culo, vediamo come te la cavi...!”
Tolse la sua nerchia dalla mia bocca e mi fece mettere supino sul pavimento, poi si sedette quasi sopra il mio viso.
Le chiappe erano pelosissime. Il suo ano era strettissimo, ma odoroso.
Mi fece leccare proprio tra le chiappe, a piena lingua. Meno male che prima si era pulito con la carta igienica. Affondai la faccia tra le sue chiappe e leccai il buco e dintorni.
“Ficcaci dentro la lingua…!”. Appoggiai le labbra al suo buco del culo e spinsi la lingua dentro, ma era molto stretto lo sfintere, Poi soddisfatto mi sussurrò: ”Ora basta leccarmi, jarrusu, adesso ti rompo lu culo!”
Ci siamo…
Si alzò e mi disse di andare sul divano e di mettermi alla pecorina.
Mi diressi nudo in sala da pranzo e mi misi in ginocchio sul divano, ma mi voltai un attimo per vederlo arrivare.
Sudato, massiccio, peloso, con il cazzo venoso e leggermente curvo, che puntava minaccioso verso il mio culo e le palle ballonzolanti.
Mi fece girare e mi leccò di nuovo tra le chiappe. Poi sputò la sua saliva sopra il mio sfintere, a mo' di lubrificante, e mi penetrò con le sue grosse dita. Usò solo l’indice ed il medio. Affondò le dita dentro, come nel burro. Le rigirò in senso orario e anti orario. Poi usando le due mani, ma sempre con due dita, sentii che mi allargava il buco, tirandole verso l’alto ed il basso, contemporaneamente.
Mugolavo dal piacere, sentendomi allargare così il buco, in verticale.
Mimmo ci sapeva fare con le dita.
Poi smise e lo guardai. Stava per appoggiarmi la cappella contro il buco.
Mi girai e sentii il suo caldo e grosso cappello di carne, superare lo sfintere, ma ancora non era entrato il fusto.
Sembrava il cazzo di un animale… Ne avevo visti di cazzi grossi, e quello di Mimmo, lo era sicuramente.
Il tutto risaltava ancora di più, visto il tipo massiccio e grosso e peloso: tipo orso.
“Finora hai fatto tutto quello che ti ho ordinato e non ti sei mai tirato indietro! Altri sarebbero scappati già! Mi hai fatto eccitare come un toro come vedi…! Mo, t’inculo!”
Chiusi gli occhi e gli dissi “Spaccami il culo!" .
“Muto, jarrusu! Te lo rompo lu culo" Guarda come me l'hai fatto diventare. Adesso devo sburrare per forza…!”
“Inculami pure non mi ribellerò e non ti fermerò!”
“Guarda che io non uso preservativi perché ho l’uccello troppo grosso, quindi ti riempio di sborra il culo…!”
“Fai quello che vuoi…!”
Non aspettava altro Mimmo. Con un forte colpo di reni, affondò tutto il cazzo e per la sua intera lunghezza dentro il mio retto. Godetti come una vacca. Quella sana e dolce violenza era quello di cui avevo bisogno. Poi lo tirò fuori e me lo rificcò dentro. Quando fu sicuro di avermi sbattuto il suo spaventoso tarello, fino in fondo, mi afferrò per le chiappe e mi possedette con furia e passione, facendomi sentire tutta la potenza del Sud. Il suo tronco di carne era entrato nel mio buco fino ai coglioni.
Sentivo il suo cazzo durissimo dentro di me, avevo le mani attaccate ai cuscini del divano che stringevo, per tenermi e resistere al suo impeto.
Sentivo menare colpi e affondi dentro il culo e mi pareva di sentire ingrossare il suo cazzo ancora di più ad ogni colpo di reni. Era fermo in piedi dietro di me. Muoveva solo le anche e continuò così a lungo.
“Oooooooohhhhhhhhhh! Lo senti, porco? Ci sta bene il mio cazzo dentro il tuo buco, bello caldo e largo!”
Poi mi appoggiò le mani sulle spalle e lo sentii aumentare il ritmo dell’inculata. Sentiì la cappella che sbatteva contro la prostata e avvertii uno strano piacere avvolgermi, finendo in gocce di sborra che colavano dal mio cazzetto, sporcando i cuscini del divano. Poi mi ordinò di mettermi nella stessa posizione, ma per terra. Lo feci e poi lo rificcò dentro. Il buco era spalancato ed il suo uccello era giusto all’altezza del buco per rientrarci senza sforzo e così per una, cinque, dieci, venti volte, facendomi sussultare e godere ogni volta, gocciolando sperma.
“Minchia che galleria!”
Poi sempre tenendo dentro il suo cazzone mi obbligò a sdraiarmi a pelle di leone, sotto il suo peso, continuando a svangarmi dentro il suo uccello. Sudato e sbuffante per il caldo, continuò a martellarmi la cappella nel retto.
Poi mi fece mettere sul fianco e mi afferrò per le chiappe, spanandomi ancora di più il buco, roteando l’uccello dentro, fino a masturbarsi con i miei glutei.
“Anche tu avevi bisogno di una sistemata alle tubature…! Mi disse, ridendo e rallentando un attimo.
Poi mi rigirò, facendomi mettere supino, sopra di lui, ma sempre senza togliere il suo uccello. Mi afferrò di nuovo le chiappe e le mosse su e giù.
Io non capivo più nulla. Non sapevo che ore si erano fatte, se mentre mi inculava avevamo urlato per il godimento reciproco o se avevamo fatto rumore, quando mi inculava sul divano.
Ero un bambola di gomma nelle sue mani.
“Sto per sborrare…!!!”
Inaspettatamente sfilò il cazzo dal mio buco. Mi fece rigirare e mi trovai il suo uccello davanti al naso.
“Apri la bocca, dai…! Mimmo, urlando, e questa volta lo sentii bene, mi bloccò la testa con le due mani e scaricò nel mio palato, tutta il suo sperma grumoso e caldo dal sapore lievemente amarognolo. Il suo cazzo poco prima si era gonfiato ed era pulsante, tanto che quando sborrò, lo sentii tremare e fremere più volte come se fosse percorso da piccole brevi , ma continue scosse elettriche. Fu tale l’irruenza degli schizzi, che non riuscii a contenere la sua sborra e questa colò dai lati della mia bocca, finendo sui peli del suo cazzo e delle sue palle.
Non mi liberò dalla presa, perché voleva che leccassi la sua sborra colata sui peli.
Solo dopo un po’, quando si ritenne soddisfatto, mi liberò dalla presa e si riposò qualche minuto, respirando profondamente.
Io ero un po’ indolenzito, ma sazio di cazzo e sborra.
“Mimmo sei un vero toro!...”
“Sì ma oggi faceva caldo…! La prossima volta ti faccio vedere io…!”
Rise e si alzò.
“Vado a farmi una doccia, posso?”
“Certo il bagno, sai dove è…!”
Aveva il cazzo ancora gocciolante di sborra, Mimmo…
Mentre Mimmo era in bagno chiamai Gianni per ringraziarlo.
Lui mi disse" Ti ha sistemato il cesso? E' stato bravo?"
" Sì Sì! Bravissimo ha sistemato le tubature e ha fatto tutto!"
Con malizia, puntualizzò: Ha sistemato tutte le tubature, immagino!...
"Hai proprio ragione, ha fatto un ottimo lavoro!" Gli risposi ridendo.
"Dai ci sentiamo più avanti. Buona serata!"
Mi sentii chiamare dal bagno, perché Mimmo era gocciolante e voleva un accappatoio.
Ancora nudo, glielo portai.
Uscì dalla doccia e si asciugò. Rimasi a guardarlo. Era proprio un bell'esemplare di maschio ruspante di mezza età.
Mi volse le spalle, asciugandosi e mi disse: "Ne vuoi ancora...?".
"Ma no è tardi, immagino che devi tornare a casa...!
"Dai, una sveltina...! Ti riempio velocemente... Tu sei ancora nudo e avrai ancora il buco largo...!"
Finì di asciugarsi l'inguine e si voltò verso di me. " La minchia è ancora dura...!.
Mimmo aveva ancora il cazzo dritto.
"Beh, se le cose stanno così....!"
Mi misi alla pecorina e mi allargai le chiappe. Lui si inginocchiò dietro di me e puntò la cappella contro il buco bagnato e socchiuso. Mi tirò verso di sè per i fianchi e mi infilzò senza pietà. Nonostante me lo avesse "lavorato" a lungo, prima, il mio sfintere si era quasi richiuso e la nuova penetrazione fu lievemente dolorosa. Chiusi gli occhi e mi godetti la sua irruenza.
Man mano che i suoi affondi aumentavano l'ano si rilassò e si aprì, nuovamente. Ora era diventata goduria irrefrenabile. Mi morsi le labbra per non urlare di piacere...
Mi dolevano le ginocchia, mentre Mimmo mi sbatteva ben bene, trapanandomi con il suo maglio di carne. Poi volle cambiare posizione e mi fece alzare, per farmi appoggiare contro la parete del box doccia. Mi schiacciò con il suo corpo e cercò di incularmi così in piedi, ma non ci riuscì perché ero più alto di lui. Allora per facilitarlo mi allontanai dalla parete e mi appoggiai contro, con le braccia, mettendomi quasi "!a squadra", scendendo così con le chiappe all'altezza del suo pube. Di nuovo il mio buco fu bersaglio del suo siluro di carne e una volta riempito il retto, iniziò a martellarmi duramente. Mimmo era un vero animale da letto: un toro.
Si sentivano i colpi sordi del suo pube contro i miei glutei sudati, che rumoreggiavano lievemente con uno schiocco soffocato.
Le sue mani tenevano le mie chiappe, allargandole e tirandole. Ci stava prendendo gusto Mimmo e, man mano che l'orgasmo si avvicinava, il ritmo dei colpi di reni aumentava.
Cominciavo ad avvertire una certa difficoltà a reggere il suo ritmo. Lo sfintere "urlava" ed io respiravo sempre più velocemente, ansimando.
Alla fine Mimmo eiaculò per la seconda volta, urlando il suo godimento.
Mezzo sottosopra, pensai a cosa avrebbero detto i vicini...
Lui si sfilò da me: "Visto...? Sono stato veloce...!"
Mi girai verso di lui.
Dalla punta del cazzo scendeva ancora un filo di sborra, che lentamente stava precipitando a terra. Istintivamente mi chinai e volli gustarmi quel residuo denso di sperma, ancora caldo. Poi gli pulii il cazzo bagnato, con la lingua e glielo asciugai.
Ancora una volta presi in bocca la sua cappella per suggere le ultime gocce bianche del suo piacere.
Fui contento di aver fatto fare l'intervento idraulico a Mimmo.










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